lunedì 17 agosto 2015

The Binge Diary

Ho fantasticato a lungo a proposito del momento in cui mi sarei ritrovata seduta in una stanza come questa.
Ho sempre immaginato una stanza con un pesante zoccolo all'inglese in ciliegio, le pareti verde bosco , una scrivania antica col piano in pelle ben tenuto , luce soffusa e le macchie di Rorschach incorniciate  vicino agli attestati di  laurea in medicina e chirurgia e a quelli della scuola di specializzazione in psicoterapia e psicoanalisi.
Ho sempre immaginato  me stessa distesa sul lettino di pelle con lo sguardo rivolto verso il soffitto bianco in penombra, parlare ad un uomo  molto più concentrato a scrutare le mie gambe velate da dei collants color carne che lasciano scivolare su un vecchio pavimento in marmo di inizio secolo quelle scarpe a tacco alto e punta corta che comprai  in quella bottega artigianale nascosta  tra rue des francs bourgeois e rue manteaux nel cuore del marais di Parigi sul finire dello scorso autunno.
Ho continuato a vagheggiare di essere ascoltata da un uomo carico di mistero e fascino, con le sue dita importanti incrociate sotto il mento, persino questa mattina, mentre sceglievo di indossare una camicetta leggera in seta d'organza che lasciava appena immaginare un reggiseno in pizzo dalla scollatura accennata sul balconcino.

La presa di coscienza della realtà  avviene già quando il dito indice della mano destra schiaccia timidamente il pulsante del citofono di un palazzo concepito nell'onda dello sfruttamento edilizio degli anni settanta di una milano a ridosso del centro.
Sono perfettamente sveglia da un qualsiasi stato di torpore che mi riporti alle mie fantasie, quando sono seduta su di una banalissima sedia in legno, con le gambe geometricamente allineate alla barriera di truciolato della scrivania, che separa me dal mio psichiatra.
Prima ancora che lui possa iniziare a parlare, mentre la mano sinistra poggia con forza il palmo su di un lato della sedia, tenendo il braccio in una postura innaturale e tesa, quasi a non lasciarmi cadere, l'altra in un gesto veloce  e sicuro abbottona la clip in madre perla che volutamente avevo lasciato aperta sul seno.

<< Dai test condotti con la psicologa è risultato un forte impulso alla magrezza, una tendenza ad esasperare ogni aspetto, pulsioni sessuali incontrollate, eccessive restrizioni, conseguenti periodi di buio e di super eccitazione., difficoltà a mantenersi in equilibrio, pensiero catastrofico e abuso di sostanze. Lei, Laura, si ritiene intelligente, fantasiosa, sagace e persino simpatica. >>

<< Bipolare, insomma. >>

<< E' stata la psicologa a parlarLe di bipolarità? Una diagnosi del genere è molto più complessa del banale esito di un test condotto in psicologia. >>

Il dottor Bartsch, è quanto di molto più lontano possa esistere dall'immaginario che mi ero costruita. Non è solo la stanza ad essere distante da quel palazzo d'epoca in cui ho sognato di ritrovarmi. Sono distanti i suoi jeans blu con le pinces, la sua camicia a quadri, quei capelli ricci raccolti in un codino, le sue dita lunghe e sottili, labbra inesistenti e un disarmonico contorno di denti piccolissimi.
Il cognome svizzero avrebbe dovuto darmi i giusti indizi.

<< Lei perchè crede di essere venuta a cercare il mio aiuto, Laura? >>

<< Vorrei poter riuscire a non esagerare. Vorrei trovare un equilibrio. Vorrei poter riuscire a non fuggire davanti ad uno specchio per paura di non riconoscermi. Vorrei riuscire a restare in piedi senza il bisogno di  sperimentare più nulla. Vorrei essere sicura di essere quello che sono senza esserne terrorizzata. >>

<< Per raggiungere questi obiettivi sarebbe disposta ad assumere farmaci? >>

<< Non saprei. Forse si. Che farmaci? Non so. >>

<< Mi parli di quando era piccola. Dei suoi genitori ad esempio. >>

<< Non ricordo molto. Mi volevano bene, credo. Ricordo molto meglio mia nonna. I miei non erano molto a casa. >>

Vorrei dare delle risposte migliori. Attenuo la forza che spinge la mano sulla sedia, il braccio si rilassa. Un lungo sospiro, e penso che non sono ad un colloquio. Non devo fare colpo su nessuno. Sono qui per capire chi sono e cosa voglio.

<< Facciamo così. L'estate non è mai il migliore dei periodi per iniziare questo tipo di percorso. Lasciamo passare agosto. Più in la magari ci vedremo inizialmente a cadenza settimanale, poi decidiamo il da farsi insieme.
Sa cosa vuol dire la parola BINGE ? >>

<< Si. >>

<< Allora lei scriva un diario nel frattempo.  Un Binge Diary. Ogni volta che pensa di aver esagerato con qualcosa, Lei lo scriva. >>

Solitamente cammino per strada come se fossi alla regia di un film. Osservo i dettagli delle cose più insignificanti come se osservassi qualcosa di eccezionale; un po' come coi sacchetti di plastica spostati dal vento in 'american beauty'. Faccio passi lunghi e sostenuti come a seguire il ritmo di una colonna sonora.
Oggi invece torno a casa portandomi dentro un vuoto che non riesco a capire. Un male nel cuore che non riesco a decifrare.

Entro nel primo supermercato, perché so che oggi scriverò la prima pagina del mio binge diary.

-panini al latte
-nutella
-panna montata spray
-budini al cioccolato
-mozzarelle
-salame affettato
-pane
-tramezzini farciti
-confezione gelati magnum da sei

Inizio con lo strappare la confezione di tramezzini prima ancora di uscire dal supermercato.
Finirò con gli ultimi cucchiai di nutella una volta a casa, quando il senso di nausea sarà talmente grande da lasciarmi solo la forza di rannicchiare le gambe nude sotto una canotta gigante che ho indossato prima di cercare di lasciarmi alle spalle questa giornata, e sperando che domani non ci sarà nessuna nuova pagina da scrivere.